Pamuk al Salone: «Criticare fa bene». Lo Strega europeo a Neige Sinno

Il Nobel turco ha difeso la libertà di contestazione. Tra gli altri ospiti Valeria Golino e Francesco Piccolo in dialogo

Lo scrittore e Premio Nobel turco Orhan Pamuk, 71 anni
di Andrea Velardi
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Lunedì 13 Maggio 2024, 07:10
Non è più solo il Salone del Libro, ma un’agorà totale della vita immaginaria e reale, con tutti i suoi cortocircuiti e le sue contraddizioni. La quarta giornata di eventi è stata costellata da contestazioni solitarie e collettive dai toni forti. Mentre Antonio Scurati denuncia il clima da svolta illiberale, i manifestanti ProPalestina hanno continuato a farsi sentire e Valeria Fonte ha rinunciato alla sua presentazione per dare voce ad una delegazione di attivisti ammessi al Salone.
LE CONTESTAZIONI
Nelle stesse ore una donna del movimento Pro vita, con l'accompagnamento per un disabile, e dunque con accesso prioritario a tutti gli eventi, contesta la teorica del femminismo Rosi Braidotti, autrice di Fuori sede: vita allegra di una femminista nomade e interrompe il monologo sull'autodeterminazione di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, assassinata l’11 novembre 2023, urlando «Vade retro Satana. Il patriarcato è un insulto in confronto a voi». Il tema della libertà di contestazione è al centro anche del dibattito del Salone con il premio Nobel Orhan Pamuk che, presentando Ricordi di montagne lontane, dedicato ai suoi taccuini illustrati, parla della situazione in Turchia e delle «decine di migliaia di persone state accusate di aver insultato il governo quando lo hanno invece criticato», chiedendosi chi dovrebbe decidere «qual è il confine tra diffamazione e critica?». 
L’ESORDIO
Certamente non i tribunali turchi che non sono indipendenti, e questo «rischia di spegnere molte voci». Nonostante le tensioni, la letteratura rimane al centro. Valeria Golino sceglie la scrittrice Goliarda Sapienza per il suo esordio come regista di una serie tv, L’arte della gioia, e ne parla con lo sceneggiatore Francesco Piccolo che commenta: «Negli ultimi anni c’è stato uno straordinario ricorso alla narrativa per film e per le serie. E questo è un sintomo di grande vitalità del mondo dei libri, ma il fenomeno nuovo è che funziona anche la letteratura alta. Quella che prima sembrava intoccabile, oggi diventa funzionale per il mondo del cinema». La giornata (di passaggio anche Vincenzo Ferrera, attore, per parlare del fenomeno Mare Fuori) si chiude al Circolo dei Lettori, con il presidente Giulio Biino e l’undicesima edizione del Premio Strega Europeo vinto dalla scrittrice francese Neige Sinno, con il romanzo Triste Tigre (Neri Pozza), con la sua traduttrice Luciana Cisbani, quale segno dell’importanza di questa mediazione linguistica che oggi fronteggia il dramma dell’imperversare di ChatGPT e dell’intelligenza artificiale. 
L’AFFLUENZA
Nel pomeriggio Benedetta Tobagi ha presentato Le stragi sono tutte un mistero (Laterza) e Segreti e lacune (Einaudi) commentando la folla che invade il Salone: «Si rinforza l’idea che ci sia una quantità di italiani che amano la lettura e l’approfondimento di qualità», dice l’autrice. «Ci si domanda allora perché sia così forte lo scollamento di questa realtà con il mondo della comunicazione. Queste persone non hanno la rappresentanza e la rilevanza che anche numericamente meritano. Sono tempi angoscianti, ma vedere questa folla che cerca le storie e vuole conoscere dà speranza. I libri sono navi che ci aiutano ad affrontare il mare dell’incertezza».
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